Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

FORMAZIONE

il FIGLIO dell'UOMO

ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA

E-mail: studiotecnicodalessandro@virgilio.it

Siti Internet: http://www.cristo-re.eu ; http://www.maria-tv.eu ;

http://www.vangeli.net ; http://www.mondoitalia.net ;

http://www.web-italia.eu ; http://www.engineering-online.eu;

dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010

9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

Aderite all"

ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di OGGI

nel mirino del Fisco la presunta esistenza di un deposito miliardario in Svizzera

La lotta ai paradisi fiscali

"Controlli su 170 mila nominativi"

L'Agenzia delle Entrate: "Lotta a 360 gradi, non perseguiamo solo i miliardari"

La svolta

Segreto bancario, la Svizzera cede

Darà 8-10 mila nomi agli Usa

C'è l'accordo, ma verranno svelati solo i conti di chi è sospettato di evasione fiscale

LA SVIZZERA E IL SEGRETO BANCARIO

Un successo americano

2009-08-13

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.corriere.it

2009-08-13

nel mirino del Fisco la presunta esistenza di un deposito miliardario in Svizzera

La lotta ai paradisi fiscali

"Controlli su 170 mila nominativi"

L'Agenzia delle Entrate: "Lotta a 360 gradi, non perseguiamo solo i miliardari"

NOTIZIE CORRELATE

Quella lite con Margherita di R. Polato

SCHEDA - La vicenda

MILANO - Sono 170.000 i casi tenuti sotto osservazione dal Fisco nell'ambito delle indagini contro i paradisi fiscali. A fornire le cifre della lotta ai capitali detenuti illegalmente all'estero è il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. "Non abbiamo deciso di perseguire i miliardari, ma di intensificare l'azione su tutti coloro che hanno capitali detenuti illegalmente all'estero" ha spiegato Befera, commentando l'indagine avviata nei confronti degli Agnelli e dell'eredità dell'Avvocato. Befera ha sottolineato che "il raggio d'azione è allargato". "Stiamo operando a 360 gradi" ha aggiunto, precisando che con il nuovo decreto del governo sui paradisi fiscali, è iniziato un "fortissimo e importantissimo cambiamento di linea, perché commuta il capitale detenuto all'estero in reddito non dichiarato: in questo modo intervengono sanzioni molto più pesanti".

"VARIE LISTE DI NOMINATIVI" - "Abbiamo in questo momento - ha detto il numero uno delle Entrate - 170.000 nominativi sotto indagine". Befera ha dunque citato alcuni esempi: "Abbiamo una lista di 500 nominativi circa sequestrati ad un avvocato svizzero recentemente arrestato alla procura di Milano, abbiamo una lista di conti presenti presso Ubs Italia che si presume abbiano qualche riferimento con Ubs Svizzera, abbiamo poi la lista già nota di detentori di capitali nel Liechtenstein".

Margherita Agnelli de Pahlen (Ansa)

Margherita Agnelli de Pahlen (Ansa)

IL CASO AGNELLI - Proprio l'Agenzia delle Entrate, alla luce delle notizie sulla causa legale intentata da Margherita Agnelli de Pahlen sull'asse ereditario del padre, è entrata nel merito della vicenda del patrimonio personale di Giovanni Agnelli, accendendo un faro sulla presunta esistenza di un deposito miliardario in Svizzera: ad occuparsene sarà la direzione centrale, che potrà avvalersi delle articolazioni locali (torinesi e non solo) dell'organismo. Nel merito della vicenda è entrata anche la procura di Torino: i pm del capoluogo piemontese hanno spiegato di non essere "al momento a conoscenza di elementi che concretino ipotesi di reato".

13 agosto 2009

 

 

 

 

La svolta

Segreto bancario, la Svizzera cede

Darà 8-10 mila nomi agli Usa

C'è l'accordo, ma verranno svelati solo i conti di chi è sospettato di evasione fiscale

DAL NOSTRO INVIATO

NEW YORK — UBS, il gi­gante bancario svizzero che è il secondo operatore al mon­do nel campo della gestione dei patrimoni, fornirà al go­verno di Washington i nomi di migliaia di suoi clienti americani che hanno deposi­tato una parte della loro ric­chezza presso l'istituto: soldi materialmente versati nella Confederazione elvetica o ge­stiti da società basate in altri "paradisi fiscali". E sui quali sarebbero stati evasi gli obbli­ghi fiscali.

L'accordo, preannunciato nei giorni scorsi dai governi dei due Paesi, è stato ufficial­mente confermato ieri dagli avvocati del ministero della Giustizia statunitense al giu­dice distrettuale di Miami, Alan Gold, che si sarebbe do­vuto pronunciare sulla de­nuncia contro l'UBS presenta­ta proprio dal governo Usa nel febbraio scorso.

È la prima volta che il go­verno di Berna accetta di far cadere, anche se solo in par­te, il velo del segreto banca­rio. La trattativa è stata lunga e molto elaborata proprio perché la Svizzera ha difeso fino in fondo il principio del­la confidenzialità del rappor­to tra istituti di credito e clienti: una consuetudine che risale al Tredicesimo se­colo e che — nonostante gli evidenti rischi di lasciare spa­zio all'evasione fiscale e ad at­ti di criminalità finanziaria — è stato sempre difesa co­me una garanzia di sicurezza offerta anche a soggetti meri­tevoli di tutela come la mino­ranze perseguitate: ad esem­pio le famiglie degli ebrei te­deschi perseguitate dal Terzo Reich. Berna ha tenuto duro an­che quando (il 18 febbraio scorso) l'UBS — trascinata in tribunale e con alcuni suoi di­rigenti già perseguiti negli Usa — ha deciso di consegna­re alle autorità americane un primo elenco di 250 clienti, ha pagato una multa di 780 milioni di dollari e ha inizia­to a negoziare un accordo ge­nerale. Il governo, in quella circostanza, ha avvertito la banca che non avrebbe tolle­rato violazioni della legge sul segreto bancario, ma, al tem­po stesso, si è reso conto che un processo pubblico negli Stati Uniti col principale gruppo bancario svizzero co­me imputato, avrebbe avuto pesanti conseguenze politi­che e di immagine.

È così iniziata una laborio­sa trattativa. Alla fine Washin­gton ha accettato di ricevere non l'intera lista dei 52mila clienti americani di UBS, co­me chiesto inizialmente, ma un elenco più limitato che non verrà consegnato diretta­mente dalla banca ma dalle autorità svizzere. Proprio la definizione di questi ultimi passaggi ha fatto slittare la firma materiale dell'accordo alla prossima settimana. In at­tesa della sigla, le parti non hanno fornito elementi sui contenuti dell’intesa, ma gli avvocati dei due fronti riten­gono che UBS fornirà l'identi­tà 8-10mila suoi clienti.

Probabilmente Berna pre­senterà l’accordo non come una parziale lacerazione del­la sua "privacy" bancaria, ma come un modo di contempe­rare il rispetto della legge sul segreto con gli accordi con­tro le frodi fiscali firmati con molti Paesi europei e gli Usa: accordi che la impegnano a fornire informazioni finanzia­rie utili al perseguimento dei reati tributari. "Filtrando" l'elenco dei clienti Ubs, il governo svizze­ro potrà sostenere di aver consegnato solo dati utili al perseguimento di un reato, lasciando, per il resto, intatto il principio del segreto banca­rio.

Per Washington va bene così: da quando l’UBS nego­zia, infatti, gli uffici dell'IRS (il Fisco Usa) sono stati presi d'assalto da migliaia di con­tribuenti pronti a regolarizza­re la loro posizione, riportan­do i loro fondi in patria. La norma che utilizzano non è generosa, almeno se confron­tata con quella studiata in Ita­lia: le tasse evase vanno ver­sate per intero con un interes­se di mora del 20%. Ma le san­zioni sono ridotte e si evita­no le conseguenze penali. Quando, a luglio, in una so­la settimana si sono presenta­ti diverse centinaia di contri­buenti (più che nell'intero 2008), l'IRS ha addirittura predisposto un modulo invi­tando i "pentiti" ad autode­nunciarsi "online", anziché intasare gli uffici. E i termini per la sanatoria sono stati pri­ma estesi fino al 23 settem­bre e ora, per molti contri­buenti, addirittura fino a me­tà 2010. Per Obama una piccola boccata d’ossigeno nel mare del deficit e un esempio "vir­tuoso " da mostrare agli stre­mati contribuenti americani.

Massimo Gaggi

13 agosto 2009

 

 

 

 

LA SVIZZERA E IL SEGRETO BANCARIO

Un successo americano

Gli Stati Uniti fan­no sul serio. Nel momento in cui la cittadinanza soffre, colpita dalla reces­sione, il governo persegue l’evasione fiscale con un’energia sconosciuta al­l’Italia e all’Europa. Non si limita alla retorica contro i paradisi fiscali, ma attac­ca una grande banca inter­nazionale perché, come ogni buon fiscalista sa, non c’è paradiso fiscale senza la collusione dell’ari­stocrazia bancaria globa­le.

Il Dipartimento della Giustizia vuole i nomi de­gli americani che hanno depositato i loro denari — si parla di attività per 15 miliardi di dollari — in 52 mila conti correnti aperti presso la Ubs, gesti­ti in paradisi fiscali e co­perti dal segreto bancario svizzero. L’amministrazio­ne finanziaria di Washing­ton sospetta che quelle ric­chezze siano state ottenu­te anche evadendo le tas­se. Ma la legge svizzera au­torizza le banche residenti nella Confederazione a ri­velare identità e interessi dei clienti solo a fronte di richieste che indichino il nome dell’indagato e un reato che, come il riciclag­gio o la falsificazione dei documenti contabili, sia compreso tra quelli per i quali va prestata tale colla­borazione. L’evasione fi­scale ai danni di un erario straniero non fa parte del­la lista. Ma certi segreti bi­sogna poterseli permette­re. E la Svizzera oggi se li può permettere meno di ieri.

Quando favorisci la cre­scita di una enorme pio­vra bancaria con tentacoli estesi in tutto il mondo e attività pari a 4 volte il pro­dotto interno lordo del Pa­ese, poi capita che la crisi di una Ubs rischi di man­dare a picco la Svizzera. E allora i soccorsi costano potere. Per salvare Ubs dal­l’indigestione di titoli tos­sici denominati in dollari, ha avuto bisogno della Fe­deral Reserve. La Banca centrale svizzera ha dato alla Fed franchi in cambio dei 60 miliardi di dollari con i quali ha comprato dalla Ubs i titoli spazzatu­ra che la stavano soffocan­do. E ora l’America di Oba­ma, che non è più quella deregolata dei Bush e di Clinton, chiede il conto. Di più, se Berna non aves­se liberato gli gnomi di Zu­rigo dalle dorate catene dei loro segreti, il governo americano avrebbe potu­to togliere a Ubs la licenza per operare a Wall Street.

La Svizzera, dunque, sembra piegarsi. Di quan­to ancora non si sa. La ban­ca e il governo elvetico ri­schiano cause da parte dei clienti. Si parla di alcune migliaia di nomi svelati. Non tutti quelli richiesti, dunque. Ma forse abba­stanza per incrinare davve­ro il segreto bancario sul­l’evasione fiscale. La Sviz­zera rinuncia così a una quota di sovranità. Ma di questa rinuncia aveva po­sto le basi lasciando cre­scere un colosso non più governabile da un piccolo Paese.

Il successo americano potrebbe incoraggiare l’Italia dello scudo fiscale a chiedere all’Europa una politica coerente con tutte le Ubs del mondo. E intan­to pretendere dalle ban­che che hanno sedi nelle varie Cayman Islands i no­mi dei beneficiari dei con­ti sospettabili da parte del­l’Agenzia delle entrate, pe­na il ritiro della licenza bancaria nel Belpaese.

mmucchetti@corriere.it

Massimo Mucchetti

13 agosto 2009

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.repubblica.it/

2009-08-13

Il direttore Befera: "La famiglia proprietaria della Fiat non potrà

avvalersi dello scudo". La procura di Torino: "Nessuna notizia di reato"

Agnelli, l'Agenzia delle entrate

"Controlli su 170mila italiani"

Agnelli, l'Agenzia delle entrate "Controlli su 170mila italiani"

L'avvocato Giovanni Agnelli

ROMA - Non solo gli Agnelli nel mirino dell'Agenzia delle entrate. Se i segugi del Fisco stanno indagando per capire se esiste davvero un deposito miliardario in Svizzera occultato allo Stato italiano il direttore dell'Agenzia Attilio Befera dice: "Non perseguiamo solo i miliardari teniamo sotto controllo 170mila italiani con capitali all'estero". Intanto la procura di Torino dice che "al momento non è a conoscenza di elementi che concretino ipotesi di reato" nella vicenda del patrimonio personale di Giovanni Agnelli. E' stata l'Agenzia delle entrate, con la notizia dell'avvio delle indagini, ad accendere un faro sulla presunta esistenza di un deposito miliardario in Svizzera.

Indagini a 360 gradi. "Non abbiamo deciso di perseguire i miliardari - ha dichiarato il direttore generale dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera - il governo ha deciso di intensificare l'azione nei confronti di tutti coloro che hanno capitali detenuti illegalmente all'estero". Poi spiega: "Stiamo indagando a 360 gradi, incrociando i dati fra le comunicazioni che ci arrivano dagli intermediari finanziari sulle movimentazioni da e per l'estero di capitali e le dichiarazioni che i cittadini italiani avrebbero dovuto fare al Fisco". I casi sotto la lente del Fisco sono 170 mila che conducono a indagini in Svizzera e Liechtenstein.

L'indagine su Agnelli. L'indagine è l'inevitabile sbocco della vicenda che vede da 6 anni Margherita Agnelli, unica figlia dell'Avvocato, contrapposta alla madre Marella sui lasciti del padre. Nel mirino ci sarebbe una somma di circa due miliardi di euro depositata in Svizzera e mai dichiarata al fisco. Sulla base delle disposizioni del recente decreto anticrisi, applicando le nuove norme, gli eredi (che non usufruirebbero dello scudo fiscale perché il procedimento è ancora aperto) potrebbero dover pagare tra imposte, sanzioni ed interessi un importo addirittura superiore a quello del capitale conteso.

Niente scudo fiscale. La famiglia Agnelli non potrà far ricorso allo scudo fiscale contro le eventuali pretese del fisco in quanto "il procedimento è già aperto". Befera spiega invece che "verrà applicata la norma sui paradisi fiscali" secondo cui i capitali all'estero sono considerati reddito imponibile. Lotta a tutto campo anche grazie alle recenti norme contenute nel decreto anti-crisi che prevedono non solo l'innalzamento delle sanzioni per chi detiene illegalmente capitali all'estero ma anche l'inversione dell'onere della prova. "La norma di giugno - ha detto il direttore dell'Agenzia delle entrate - porta un fortissimo cambiamento nei confronti dei capitali detenuti illegalmente all'estero. E' di particolare incisività perché commuta il capitale all'estero in reddito non dichiarato e rafforza le sanzioni dal 200% al 400%".

(13 agosto 2009)

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.unita.it

2009-08-13

Segreto bancario, la Svizzera cede su 8-10.000 evasori

Saranno rivelati i nomi di 8000-10.000 evasori fiscali Usa, che hanno messo i loro soldi al riparo dal fisco con la collaborazione delle banche svizzere. Si è conluso con un accordo il lungo braccio di ferro fra Ubs, Washington e Berna. Gli Stati Uniti accusano l'istituto svizzero di aver aiutato 52.000 abbienti americani a evadere le tasse attraverso i paradisi offshore.

Dell'intesa non sono stati forniti i dettagli ma dovrebbe prevedere da parte di Ubs il rilascio di migliaia di nomi di americani evasorì, senza comunque infrangere formalmente il segreto bancario svizzero. Secondo indiscrezioni, infatti, potrebbe venire sfruttato l'accordo di revisione della doppia imposizione, siglato da Svizzera e Washington nelle scorse settimane, in base al quale Berna assicura una maggiore cooperazione sul fronte dell'evasione fiscale. Ubs potrebbe rilasciare gli 8.000-10.000 nomi su cui gravano gli indizi più pesanti di frode fiscale in tempi brevi, probabilmente dopo il 23 settembre, quando scadrà l'amnistia concessa dalle autorità statunitensi in base alla quale gli evasori possono autodenunciarsi senza andare ad accuse penali.

Per gli Usa il rilascio di 8.000-10.000 nomi è un parziale successo: nell'ambito dell'azione legale avviata nei confronti dell'istituto elvetico il Dipartimento di Giustizia americano e l'Internal Revenue Service (Irs, l'agenzia delle entrate statunitense) puntavano a ottenere parte dei 52.000 nomi di americani aiutati a loro avviso dalla banca.

La disputa intorno al rilascio dei nomi è destinata - secondo gli esperti - ad avere ripercussioni non solo sulla Svizzera, le cui banche private gestiscono fondi per 2.000 miliardi di dollari, ma anche per l'intera industria dei paradisi offshore.

"Non appena gli accordi saranno registrati, le parti chiederanno formalmente che le accuse a carico di Ubs cadano". Per questo è stato deciso uno slittamento del processo contro la Ubs, previsto per il 17 agosto.

Nella partita fra Ubs e Washington c'era in gioco il futuro del segreto bancario svizzero che dovrebbe essere salvo, nonostante il colpo ricevuto. E questo ha costretto Berna a intervenire e trattare direttamente con il governo statunitense, sfiorando un incidente diplomatico.

L'amministrazione Obama ha fatto della lotta all'evasione fiscale e ai paradisi fiscali uno dei suoi cavalli di battaglia. La trasmissione dei dati alle autorità americane dovrebbe avvenire nel rispetto della legge sul segreto bancario: la normativa elvetica, che prevede anche 6 mesi di carcere per chi viola il segreto bancario, copre anche l'evasione fiscale (in Svizzera non è un crimine) ma non la frode fiscale.

In febbraio Ubs aveva ammesso di aver aiutato alcuni clienti americani a evadere le tasse e, oltre a pagare una sanzione da 780 milioni di dollari, ha fornito all'Irs i nomi di 250 dei suoi clienti. Poche ore dopo, l'Irs ha alzato la posta chiedendo i nomi di buona parte dei 52.000 clienti titolari di conti segreti illegali per 14,8 miliardi di dollari. Da febbraio tre clienti di Ubs si sono dichiarati colpevoli di aver nascosto i propri asset all'agenzia delle entrate americane, dopo che i loro nomi erano stati resi noti in base al precedente accordo. Migliaia di americani titolari di conti presso Ubs e altre banche svizzere sono usciti volontariamente allo scoperto approfittando dell'amnistia.

13 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.ilsole24ore.com

2009-08-13

170mila italiani sotto indagine

per i conti nei paradisi fiscali

13 agosto 2009

"Dai nostri archivi"

L'Agenzia delle Entrate indaga sull'eredità Agnelli

Razzi su Kabul. Soldati italiani nel mirino dei talebani

Scudo fiscale e condono obiettivi in parallelo

Inghilterra: con la crisi anche i ricchi piangono

Aerei: sì alla racchetta da tennis a bordo

La stretta sui paradisi fiscali avviata a giugno messa in atto di recente dal piano anticrisi del Governo comincia a mostrare i propri effetti: i patrimoni individuati all'estero riguardano finora 170.000 italiani. Lo annuncia il direttore generale dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera al Tg1.

"C'è stata una stretta fortissima. Tutti i capitali detenuti illegalmente all'estero vengono considerati reddito nel momento in cui vengono scovati - spiega - Abbiamo una lista di circa 500 nominativi sequestrati ad un avvocato svizzero recentemente arrestato dalla Procura di Milano. Abbiamo una lista di conti presenti presso Ubs Italia che si presume abbiano qualche riferimento con Ubs Svizzera. Abbiamo la lista dei detentori di capitali nel Liechtenstein: ma quello che è importante è che stiamo incrociando i dati che per legge gli intermediari finanziari devono darci per la movimentazione da e per l'estero di capitali con le dichiarazioni che i cittadini italiani che hanno all'estero devono altrettanto fare e abbiamo ben 170 mila nominativi sotto indagine".

13 agosto 2009

 

 

 

L'Agenzia delle Entrate

indaga sull'eredità Agnelli

12 agosto 2009

Befera: "L'indagine è stata aperta dopo le notizie date dagli eredi"

Gli Agnelli e i patti della Dicembre

Eredità Agnelli, si alza lo scontro con Margherita

 

L'Agenzia delle Entrate ha aperto un'inchiesta sull'eredità contesa di Gianni Agnelli. Tra i beni dell'Avvocato, che la figlia Margherita Agnelli due anni fa ha chiesto di censire, ci sarebbe una cifra superiore al miliardo di euro depositata in Svizzera e mai dichiarata al Fisco italiano.

A determinare l'apertura dell'inchiesta è stata proprio l'azione legale avviata da Margherita nei confronti dei gestori del patrimonio del padre e di conseguenza contro la madre, Marella Agnelli. Il patrimonio finito nel mirino del fisco italiano, è di non facile quantificazione. Si tratta di un tesoro valutato intorno a 1 miliardo e 950 milioni di euro. Calcolato partendo da una valutazione della rivista Forbes, che attribuiva già nel 1990 all'Avvocato un miliardo e 700 milioni di dollari. Si sarebbe inoltre tenuto conto dei movimenti positivi della Borsa e anche di due drammatici eventi: lo sboom della bolla internet e l'attacco alle Torri Gemelle del 2001.

Se l'evasione verrà accertata, in base alle nuove norme anti-evasione contenute nel decreto anti-crisi, gli eredi Agnelli potrebbero dover pagare multe superiori al capitale conteso. Se dovesse essere accertata dall'Agenzia delle Entrate l'evasione sull'eredità degli Agnelli, gli eredi non potranno usufruire dello scudo fiscale, la norma che agevola il rimpatrio di capitali all'estero. La sanatoria infatti non può operare - fanno notare tecnici dell'amministrazione fiscale - nel caso di procedimenti aperti, proprio come questo. Quindi l'incasso andrebbe tutto all'erario.

Intanto si apprende che in riferimento alle notizie di stampa riguardanti la cosiddetta ereditá Agnelli, allo stato degli atti non sono a conoscenza della Procura della Repubblica notizie che

concretizzino ipotesi di reato". È quanto viene sottolineato dalla Procura di Torino dopo le notizie sull'avvio di accertamenti da parte dell'Agenzia delle entrate sull'ereditá Agnelli.

12 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

AVVENIRE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.avvenire.it

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA STAMPA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp

2009-03-13

 

 

 

 

 

LA GAZZETTA del MEZZOGIORNO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_homepage_03.php?IDCategoria=1

2009-03-13

 

 

 

 

IL GIORNALE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilgiornale.it/

2009-03-13

 

 

 

 

L'OSSERVATORE ROMANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

2009-03-13

 

 

 

IL MATTINO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilmattino.it/

2009-03-13

 

 

 

 

La GAZZETTA dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.gazzetta.it/

2009-03-13

 

 

 

 

 

CORRIERE dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.corrieredellosport.it/

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

L'ESPRESSO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://espresso.repubblica.it/

2009-03-13

 

 

 

 

PANORAMA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.panorama.it/

2009-03-13

 

 

 

 

FAMIGLIA CRISTIANA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

2009-03-13

 

 

SORRISI e CANZONI

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

2009-03-13

 

 

 

 

 

PUNTO INFORMATICO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

2009-03-13

 

 

 

 

 

EUROPA QUOTIDIANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

WALL STREET ITALIA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.wallstreetitalia.com/

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

IL SECOLO XIX

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/

LIBERO

http://www.libero-news.it/

IL MONDO

http://www.ilmondo.rcs.it/

MILANO FINANZA

http://www.milanofinanza.it/

MOMENTO SERA

http://www.momentosera.it/home.php

ITALIA OGGI

http://www.italiaoggi.it/

LA NAZIONE

http://www.momentosera.it/home.php

IL FOGLIO

http://www.ilfoglio.it/

 

IL MANIFESTO

http://www.ilmanifesto.it/

 

 

 

 

 

 

WIKIPEDIA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.wikipedia.it

 

GENTE VIAGGI

http://www.genteviaggi.it/

AUTO OGGI

http://www.inauto.com/speciali/autooggi/index.html

QUATTRO RUOTE

http://www.quattroruote.it/

INTERNAZIONALE

http://www.internazionale.it/home/

 

 

ARCHEOLOGIA VIVA

http://www.archeologiaviva.it/

AUDIO REVIEW

http://www.audioreview.it/

IL FISCO

http://www.ilfisco.it/

STAR BENE

http://www.starbene.it/

ABITARE

http://abitare.it/

BRAVA CASA

http://atcasa.corriere.it/

DONNA MODERNA

http://www.donnamoderna.com/home/index.jsp

SECONDA MANO

http://www.secondamano.it/

PC WORLD

http://www.pcworld.it/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINANCIAL TIMES

http://www.ft.com/home/europe/

EL PAIS

http://www.elpais.com/global/

 

LE MONDE

http://www.lemonde.fr/

THE NEW YORK TIMES

http://www.nytimes.com/

THE WALL STREET JOURNAL

http://europe.wsj.com/home-page

MAIL & GUARDIAN

http://www.mg.co.za/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vai alla HOME PAGE

Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO

Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Riferimaneti Leggi e Normative : Michele Dalessandro - Organizzazione, impaginazione grafica: Francesca Dalessandro